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Museo della Repubblica di Montefiorino e della Resistenza italiana

 

 

 

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Il percorso espositivo

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Il Museo si snoda in un percorso coerente di nove stanze, nelle quali si combinano rievocazione diretta del passato, attraverso reperti e testimonianze (ma anche sfruttando il fascino della rocca) e uso di tecnologie multimediali avanzate.

Visita Virtuale

A disposizione del visitatore: un leggio che introduce il tema storico trattato; una o più teche in vetro e acciaio che espongono oggetti originali; una installazione interattiva che fornisce informazioni di approfondimento e contestualizzazione, consentendo al visitatore di muoversi continuamente (e autonomamente) tra locale e nazionale e tra passato e presente.

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ico_1.png IL FASCISMO

È dedicata a ripercorrere le vicende dell'avvento e del consolidamento del regime fascista: la crisi del primo dopoguerra, la violenza delle squadre, la conquista del potere, la svolta verso la dittatura, le modalità di controllo e repressione, le tecniche di mobilitazione, le ragioni e i limiti del consenso all'Impero. La proiezione consente al visitatore di ripercorrere attraverso quattro diverse serie fotografiche la vicenda del fascismo sul piano nazionale, nei contesti provinciali di Modena e Reggio Emilia e nel comune di Montefiorino. Nelle teche si trovano divise ed oggetti originali del periodo fascista.

ico_2.png LA GUERRA FASCISTA

È dedicata all'esperienza di guerra italiana dal 1940 al 1943, al fianco dell'alleato tedesco, prima in forma di velleitaria "guerra parallela" e poi, dopo numerosi scacchi che mostrano l'impreparazione bellica di un regime che si era presentato da sempre come "guerriero", come sofferta subordinazione al progetto nazista di "nuovo ordine europeo". Il grande tavolo multimediale offre una complessa cartografia interattiva, che consente al visitatore di approfondire le diverse campagne, attraverso dati, fotografie, testi. Non manca il riferimento ai crimini di guerra commessi dai soldati italiani.

ico_3.png LA SCELTA

È dedicata al difficile frangente del settembre 1943, quando i giovani italiani, dopo aver vissuto lo sfaldamento dell'esercito, si trovano costretti a scegliere se aderire ai bandi fascisti o salire in montagna con i partigiani. Questa scelta, così drastica, eppure sofferta, animata da diversi ordini di motivazioni, restituisce lo spessore etico della resistenza, ben evidenziato da Claudio Pavone nel suo Una guerra civile. Ma struttura poi anche le vicende politiche della Rsi e dei Cln, che delineano diversi progetti di Italia. Il visitatore è invitato a passare attraverso due pareti in vetro, ciascuna delle quali, attraverso reperti, foto e voci offre lo sguardo di una delle due parti contrapposte. Senza dimenticare l'ampia zona grigia di coloro che restano a guardare, difendendo il proprio particolare in attesa dell'esito della lotta.

ico_4.png IL CIVILE

È dedicata al ruolo della popolazione civile, che, particolarmente in montagna, si trova drammaticamente coinvolta nella guerra, sfruttata dagli occupanti, spesso vessata dai fascisti, talvolta messa in pericolo dai partigiani. Essa peraltro non rimane passiva, ma negozia spazi di autonomia dai vari poteri in campo; e svolge un ruolo fondamentale di sostegno alla lotta partgiana, quando non di vera e propria "resistenza civile". Uno schermo verticale consente al visitatore di visionare gli scatti dell'Archivio Fotografico Corti e alcuni filmati dell'Istituto Luce.

ico_5.png IL PRIMO INVERNO e IL RUOLO DELLE DONNE

È dedicata a due aspetti importanti dell'esperienza resistenziale. Da un lato si ripercorrono le prime fasi della lotta, in cui il vuoto di potere e il contesto difficile fanno emergere tensioni e conflitti interni al nascente movimento partigiano; esemplare in questo senso la drammatica vicenda di Giovanni Rossi. Dall'altro si concentra l'attenzione sul ruolo specifico svolto dalle donne, come sostenitrici, staffette, ma anche combattenti, come dimostra il caso di Norma Barbolini. La stanza ricrea l'ambiente del bosco, come habitat materiale ma anche come rievocazione ideale della resistenza in montagna. Il visitatore ha anche a disposizione una seduta attrezzata con contenuti audio specifici.

ico_6.png VERSO IL BARATRO

È dedicata a due giovani partigiani modenesi, Aurelio Aravecchia e Dante Schiavone, fucilati durante i rastrellamenti di marzo; e al prete che li assiste, don Sante Bartolai, poi deportato a Mauthausen. Emergono così la violenza della guerra civile e insieme gli spazi di solidarietà che le sopravvivono. Il visitatore trova in questo spazio un altare da campo e le sagome delle due vittime.

ico_7.png LE STRAGI

È dedicata alle stragi di Monchio, Susano e Costrignano in provincia di Modena e Cervarolo in provincia di Reggio Emilia. La prima avvenuta il 18 marzo 1944, quando un reparto di paracadutisti tedeschi della divisione corazzata Hermann Göring, accompagnato da reparti della GNR di Modena, bombarda e poi devasta la valle del Dragone, provocando 136 vittime civili. La seconda compiuta a Cervarolo e Civago il 20 Marzo 1944. A Civago una colonna tedesca dopo aver saccheggiato e incendiato il paese uccide 3 persone, nel frattempo altri tedeschi insieme a militi fascisti saccheggiano Cervarolo. Dalle case entrano ed escono soldati della Wehrmacht ed SS. Gli uomini che non sono riusciti a fuggire vengono concentrati in un'aia presso Casa degli Abati, con essi anche il parroco Giovanni Battista Pigozzi. Nel pomeriggio alle 18.00, i tedeschi, al comando del Capitano Hartwig, aprono il fuoco uccidendo 24 persone. La foto del borgo distrutto di Monchio, l'audio con il drammatico racconto di don Luigi Braglia, l'istallazione con i nomi di tutte le vittime offrono al visitatore una scenografia evocativa, ma essenziale, che invita a un momento di riflessione personale.

ico_8.png LE REPUBBLICHE DI MONTEFIORINO

È dedicata all'esperienza della zona libera, vero e proprio fulcro del Museo. La sua vicenda viene ripercorsa in quattro tappe: la liberazione del territorio dai presidi fascisti nel giugno 1944; il coraggioso tentativo di autogoverno dell'estate; il violento rastrellamento tedesco di inizio agosto; e la meno nota ma più lunga fase di controllo partigiano nell'inverno 1944-1945. L'installazione offre anche i profili biografici di alcuni protagonisti: Osvaldo Poppi, Mario Ricci, Ermanno Gorrieri e Teofilo Fontana; e la ricostruzione animata della battaglia di Montefiorino. Tra i reperti si segnala il poderoso obice usato dai partigiani durante la difesa della "Repubblica".

ico_9.png LA LIBERAZIONE

È dedicata all'epilogo della lotta resistenziale, con l'insurrezione dell'aprile 1945 che accompagna l'arrivo degli alleati. Una installazione verticale consente al visitatore di confrontare l'esperienza della "Repubblica di Montefiorino" con quella delle altre zone libere dell'Italia occupata; e di apprezzare i segni di memoria lasciati nel territorio circostante. Una proiezione a parete mostra i filmati originali della liberazione, con particolare attenzione a quanto avviene a Modena e Reggio Emilia. Si fa riferimento anche al difficile contesto dell'immediato dopoguerra, in cui l'inerzia del conflitto e la violenza politica si accompagnano al faticoso sforzo della ricostruzione.

Visita Virtuale

     

 
 

 

 

 

 
 

 

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