Il territorio che ospita il Museo di Montefiorino è un ricco ed ininterrotto spazio - geografico e simbolico - di memoria. Attraverso segni e luoghi disseminati negli oltre seicento chilometri di estensione di quella che fu la Repubblica partigiana esso restituisce al visitatore-viandante l'immagine di una storia allo stesso tempo dolente ed esaltante. L'eco delle stragi dei civili del marzo 1944, da Monchio a Cervarolo, si combina con le tracce degli straordinari eventi e personaggi dei sette comuni della Zona libera, a ricordare la durezza della guerra ma anche la grandezza di coloro che seppero sconfiggerla.
Agli inizi dell'estate 1944 le formazioni partigiane dell'Appennino modenese e reggiano passarono all'attacco, assaltando i presidi fascisti e tedeschi nei comuni di Montefiorino, Frassinoro, Prignano, Polinago, Toano, Villa Minozzo e Ligonchio. Nacque così un'ampia "zona libera" di oltre 600 km. quadrati, dove confluirono oltre 7.000 partigiani che diedero vita, fra il 18 giugno e il 31 luglio, all'esperienza della Repubblica partigiana di Montefiorino, prima che un violento rastrellamento nazifascista costringesse le forze partigiane a disperdersi. Il territorio della zona libera tornerà sotto il controllo partigiano nei mesi finali della guerra, nell'inverno 1944-'45.
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