La cosiddetta "Repubblica di Montefiorino" è una delle prime, più estese e importanti esperienze di "zona libera" nel corso della guerra di liberazione.
In seguito alla strage di Monchio del marzo 1944, l'ostilità nei confronti degli occupanti tedeschi sale.
Dalla pianura moltissimi giovani renitenti alla leva di Salò raggiungono le file della resistenza.
In maggio Osvaldo Poppi "Davide" sale in montagna da Modena e affianca il comandante Mario Ricci "Armando" in veste di commissario politico. Nel giro di un mese riesce ad unificare tutte le principali formazioni dell'Appennino modenese.
Uniti, i partigiani mettono in scacco le forze nemiche: liberano interi paesi, respingono gli attacchi dei fascisti e costringono i tedeschi ad abbandonare molti presidi.
Il 18 di giugno, dopo un vero e proprio assedio, prendono possesso della Rocca di Montefiorino.
Presidiano così una zona montana estesa quasi 1.000 chilometri quadrati e abitata da 50.000 persone.
I 7.000 partigiani modenesi e reggiani si uniscono nel "Corpo d'armata Centro-Emilia" comandato da Armando.
Nei comuni liberati, le assemblee dei capifamiglia vengono chiamate ad eleggere dei rappresentanti di frazione che vanno a comporre le nuove giunte amministrative. A Montefiorino la giunta viene eletta il 25 giugno 1944 e insediata il giorno successivo. Come sindaco viene nominato Teofilo Fontana, uno tra i primi protagonisti della resistenza nel modenese.
Tra i provvedimenti più significativi presi dalle giunte popolari si segnalano quelli riguardanti il campo degli approvvigionamenti, i prezzi, l'assistenza. Si ripristina anche la funzionalità dei servizi principali.
Nei giorni della Repubblica il rapporto con la popolazione non è privo di tensioni: l'aumento
esponenziale degli effettivi, il conseguente abbassamento del livello di disciplina e i diffusi simboli comunisti esasperano la popolazione della montagna conservatrice, cattolica e già stremata dai rastrellamenti di marzo.
Quando il 30 luglio i tedeschi sferrano un assalto in forze, i partigiani non reggono l'urto:
nel giro di due giorni i nazisti sfondano su tutti i fronti. Il comando ordina lo sganciamento la sera del 31. Il 6 agosto Montefiorino brucia.
La "repubblica" è caduta, ma la sua eredità rimane forte: nel resto d'Italia, dove nascono nuove esperienze più avanzate, come l'Ossola o la Carnia.
Ma anche sul territorio: le sorti delle due province si separano, ma già poche settimane dopo il rastrellamento le giunte riprendono a funzionare e nascono i CLN montagna.
Non si trattò soltanto di una zona liberata, in quanto soggetta all'occupazione delle forze
partigiane, ma di un'anticipazione del ritorno a una vita democratica, attraverso le elezioni delle amministrazioni comunali democratiche. [...] La decisione di dar vita ad amministrazioni elettive fu una conseguenza della consapevolezza politica e della carica innovatrice del movimento partigiano.
(Ermanno Gorrieri)
© 2017 - Museo della Repubblica di Montefiorino e della Resistenza italiana
Via Rocca, 1 - 41045 Montefiorino (MO) - Tel. +39 0536 962815/962811 - Fax +39 0536 965535 - info@resistenzamontefiorino.it